Marchesi Antinori Tignanello 2020 Magnum
Marchesi Antinori Tignanello ha un colore rosso rubino intenso con riflessi violacei. Al naso, Marchesi Antinori Tignanello, è maturo, con note di frutta scura e sottofondo fresco nel finale; predomina la polpa di prugna insieme a sentori di ciliegia, andando con progressione ed equilibrio verso note di liquirizia e menta. Al gusto, seppur ancora giovane, il vino ha prontezza e disponibilità, è ricco e armonioso.Marchesi Antinori Tignanello è ottimo al palato, grazie all’acidità e alla strutturata morbidezza dei tannini. Il retrogusto è ricco, sapido e caratterizzato da una dolce persistenza. Marchesi Antinori Tignanello si abbina eccellentemente alle carni rosse, formaggi stagionati o meditazione.
Azienda:
La nobile famiglia dei della Gherardesca ha cominciato ad occuparsi di vino nelle proprie terre di Bolgheri fin dalla seconda metà del Seicento, ma è con Guido Alberto della Gherardesca, vissuto tra il 1780 e il 1854, che le cose cambiano veramente. Grande appassionato di viticoltura (una passione che aveva anche avuto modo di perfezionare in Francia) e divenuto nel 1833 “maggiordomo maggiore” del granduca Leopoldo II (addetto cioè, tra l’altro, agli approvvigionamenti della cantina granducale e agli abbinamenti dei vini con le diverse portate del menù), Guido Alberto si dedica all’enologia nelle sue terre in Maremma.La Tenuta Guado al Tasso faceva parte di terre feudali, circa 4.048 ettari lungo circa 7 km di costa, che appartenevano alla famiglia Della Gherardesca le cui radici in questa regione risalgono a più di 1.200 anni addietro.Negli anni ’30 la terra venne ereditata da Carlotta della Gherardesca Antinori, madre di Piero Antinori, e da sua sorella, che era sposata a Mario Incisa della Rocchetta (che ebbe in dote la vicina Tenuta San Guido). Nella tenuta si trovavano sette castelli, di cui quattro sono ancora eretti, e 86 torri d’avvistamento, costruite 1000 anni orsono per proteggere quelle terre dagli invasori Saraceni provenienti dalle coste dell’Africa.
Clima
La stagione 2020 nel Chianti Classico si è aperta con un inverno piuttosto regolare sia nelle temperature che nelle precipitazioni; nonostante queste condizioni climatiche, i vigneti hanno iniziato la loro attività di germogliamento con un anticipo di una settimana rispetto alla media storica del territorio. Il periodo primaverile, e in particolare maggio, è stato caratterizzato da piogge frequenti con temperature leggermente inferiori al consueto, mentre i mesi di giugno e luglio sono stati asciutti e abbastanza caldi, senza però manifestare mai condizioni estreme. Qualche pioggia nel mese di agosto e un periodo asciutto e ventilato in settembre e ottobre hanno consentito alle uve di maturare in maniera ideale, garantendo un buon contenuto zuccherino e un’ottima maturazione polifenolica. La
vendemmia è iniziata attorno al 20 settembre per il Sangiovese e si è per conclusa il 12 ottobre con la raccolta dei Cabernet.
Vinificazione
La stagione calda ed asciutta ha imposto una accuratissima selezione in tutti i momenti salienti del periodo vendemmiale; alla raccolta in vigneto è stato infatti fondamentale selezionare i grappoli, ponendo particolare attenzione all’esposizione e all’integrità degli acini. La vendemmia, esclusivamente condotta a mano, ha tenuto conto delle varietà, ma anche dell’esposizione e della diversa altitudine delle varie parcelle del vigneto di Tignanello; queste infatti sono state raccolte l’una separata dalle altre, in modo da poter condurre le fermentazioni in funzione delle peculiarità e delle diverse espressioni legate al terroir. Le uve quindi sono state diraspate e portate sui tavoli di selezione manuale; qui la cura del dettaglio è massima, l’obiettivo è quello di allontanare quella piccola percentuale di acini disidratati o leggermente surmaturi, in modo da condurre al serbatoio di vinificazione solo quelli perfettamente integri. Durante la fermentazione e la macerazione, nei serbatoi troncoconici, i mosti si sono trasformati lentamente in vino, con attenzione estrema alla freschezza dei profumi, all’estrazione del colore, alla gestione del tannino volta alla dolcezza e all’eleganza. Una volta separate bucce e vino, si è avviata la fermentazione malolattica che, in barriques, esalta la finezza e la piacevolezza del vino. E’ iniziato quindi il processo di invecchiamento durato circa 12-14 mesi, in fusti di rovere francese ed ungherese, in parte nuovi ed in parte da primo passaggio; durante questo periodo i diversi lotti, vinificati separatamente in base alla varietà e alle variabili viticole, si elevano in legno, per poi essere assemblati pochi mesi prima dell’imbottigliamento.
Di colore rosso rubino intenso e profondo, Tignanello 2020 colpisce al naso per la sua complessità: note di
frutta rossa matura, di amarena, visciola e ribes, si uniscono a dolci sentori di vaniglia, menta e delicate
sensazioni di pepe bianco e mirto. Al palato è ricco ed equilibrato: i tannini morbidi e setosi sono
sostenuti da un’ottima freschezza in grado di donare lunghezza, eleganza e persistenza gustativa.
Dati storici
L’andamento climatico della vendemmia ha richiesto, come di consueto, molta attenzione sia in vigneto durante le operazioni vendemmiali, sia in cantina all’arrivo delle uve, dove la cernita e le prime lavorazioni sono state fondamentali per raggiungere un risultato finale ottimale. Durante il processo di fermentazione in serbatoi troncoconici, i mosti sono stati macerati con attenzione estrema al mantenimento dei profumi, all’estrazione del colore e alla gestione della dolcezza ed eleganza dei tannini. La svinatura è avvenuta solo dopo attente e giornaliere degustazioni. Una volta separate le bucce dal vino, è stata avviata la fermentazione malolattica in barrique, per esaltare la finezza e la complessità degli aromi. Il processo di affinamento è avvenuto in fusti di rovere francese e ungherese, in parte nuovi e in parte di secondo passaggio, per un periodo complessivo di circa 14-16 mesi; dopo un
primo periodo di affinamento in lotti separati, questi sono stati assemblati per completare l’evoluzione in legno. Il vino, prodotto prevalentemente con uve di Sangiovese e una piccola parte di Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc, ha affinato per ulteriori 12 mesi in bottiglia prima di essere presentato sul mercato.
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