
Quando si parla del Mondo del Vino si è soliti pensare che sia rappresentato solo da uomini, essendo un lavoro molto faticoso.
Ma non è così, moltissime aziende oggi vestono al femminile, d’altronde dove c’è amore, passione e capolavori è inevitabile una figura “rosa”.
Non a caso nella guida Gambero Rosso 202, il miglior viticoltore italiano è una donna. Stiamo parlando di Antonella Lombardo, ex avvocatessa a Milano, che ha deciso di tornare nella sua amata terra in Calabria ed ha deciso di dedicarsi a tempo pieno all’amore per il vino.
In questo articolo ve ne vogliamo menzionare alcune, chi più famoso chi meno, dal nord, passando per il centro, fino al sud.
Le Lase, quattro sorelle al confine tra l’Umbria e il Lazio
Partiamo questo percorso alla scoperta del mondo femminile nel vino con Le Lase, una cantina che ha luogo ad Orte, nella valle del Tevere. Abbiamo deciso di partire da qui perché questa realtà è molto vicina a noi, nella provincia di Viterbo.
La storia de Le Lase, ha vita intorno agli anni duemila, dove al confine tra l’Umbria e il Lazio, 4 sorelle incantate dal paesaggio e dalla località, decisero di impiantare i vigneti su queste terra argillose, ricche di minerali, attraversate dal fiume Tevere.
Le 4 sorelle, sono unite dalla stessa passione comune, ma ognuna ha un compito ben distinto, così da comporre una squadra magnifica.
Producono 8 etichette: 4 vini bianchi e 4 vini rossi.
Per quanto riguarda il vino bianco i vitigni della cantina sono: Chardonnay, Pinot Bianco, Incrocio Manzoni, Pinot Grigio e sono tutti vinificati monovarietale.
Per i rossi si spazia dal Cabernet Sauvignon, Merlot, Petit Verdot, Canaiolo Nero, Sangiovese Violone e Cabernet Franc. In questo caso la maggior parte vengono vinificati in blend, tranne il canaiolo nero che viene vinificato in purezza dando vita al vino Thesan (Dea dell’alba).
Alla scoperta del Thesan vinificato in due versioni
Il canaiolo nero è un vitigno utilizzato anche per comporre il Chianti, in parte minore del sangiovese ma comunque essenziale.
Le Lase ha scelto di vinificarlo in due versioni.
La prima, quella ‘classica’, prende il nome di Thesan. È un rosso di grande ricchezza polifenolica. Si caratterizza per il suo colore profondo ed intenso. La struttura è densa, con tannino ricco ma armonico, di grande spessore. L’affinamento è di 12 mesi in botte, 12 mesi in acciaio e 3 mesi in bottiglia. Ad oggi c’è in commercio la 2016 e ha una gradazione alcolica di 15°. Ci sentiamo di abbinarlo ad un brasato, alla cacciagione e alla selvaggina. Ideale anche a fine pasto, con piccoli assaggi di formaggi stagionati.
La seconda versione, messa in commercio da poco, è una chicca dell’azienda.
Parliamo del THESAN36.
Il numero 36 indica il periodo di affinamento, ovvero 36 mesi di barriques, dove precedentemente ha svolto la fermentazione malolattica. Solo le migliori barriques vengono selezionate e imbottigliate, tutte numerate singolarmente.
Grandissimo vino della Tuscia, rappresentativo, di grande eleganza e spessore. Estremamente complesso, con una capacità evolutiva oltre i 10 anni. Si abbina perfettamente con arrosti, cacciagione o anche per un dopocena con dei formaggi stagionati.


Marisa Cuomo: i sapori della Costiera Amalfitana in un calice
Proseguiamo il viaggio spostandoci in Campania, precisamente in Costiera Amalfitana a Furore, piccolissimo comune di 709 abitanti che dal ‘97 fa parte dell’UNESCO.
Qui troviamo la straordinaria azienda vinicola di Marisa Cuomo.
Viticoltura eroica, con i vigneti a precipizio sul mare.
Uno dei loro vini prende proprio dal nome della cittadina: Furore. I vitigni che lo compongono sono falanghina e biancolella, solitamente 60% e 40%.
Ma la loro punta di diamante è Fiorduva, composto dai seguenti vitigni: fenile 30%, ginestra 30% e ripoli 40%.
Il vino fermenta per tre mesi in barriques di rovere.
Si presenta di una veste giallo dorato molto luminoso, all’olfatto si riesce a percepire una frutta a polpa gialla esotica e albicocca matura.
In bocca pieno, avvolgente, caldo, denso. Rispecchia perfettamente l’olfatto, proseguendo con un’infinita persistenza.
Negli anni ha ricevuto diversi premi: miglior vino dell’anno 2012, 3 bicchieri Gambero Rosso, cinque grappoli AIS, gran medaglia d’oro vini di montagna e tanti altri.
Vi consigliamo di apprezzarlo in abbinamento a primi piatti come risotti a base di pesce. Ma non solo, lasciatevi stupire dal perfetto connubio con il sushi.

Guaite di Noemi: il cuore femminile della Valpolicella
Saliamo al nord, con esattezza in Veneto, dove troviamo le Guaite di Noemi, nel cuore della Valpolicella.
<<Non è questione di moda, di denaro o doveri. È solo questione di Amore>>
La Cantina Le Guaite di Noemi si trova nel bel mezzo delle colline di Mezzane di sotto, microzona definita “Valpolicella allargata”, zona emergente anche grazie ai due capostipiti della valpolicella come Romano Dal Forno, fedele collaboratore dello storico Giuseppe Quintarelli, nonché ‘confinanti’ di vigneti.
La cantina nasce nel 2002, quando Stefano Pizzichella, padre di Noemi, acquistò l’attività che, originariamente, era dedicata esclusivamente alla produzione olivicola e successivamente ampliò la produzione acquisendo anche dei vigneti.
Hanno, per scelta, una produzione ristretta. Poche etichette, soltanto 5 per la precisione:
- Rosso Veronese (Tano)
- Valpolicella Superiore,
- Valpolicella Ripasso,
- Amarone della Valpolicella
- Recioto della Valpolicella
Il loro prodotto di punta è l’Amarone.
I vitigni che lo compongono sono Corvina 35%, Rondinella 20%, Corvinone 35%, e per finire un 10% tra Oseletta e Croatina.
Le uve fanno un appassimento di circa 100 giorni, vengono utilizzati dei lieviti selezionati dalla loro azienda.
La particolarità che li contraddistingue rispetto ad altri amaroni è la durata dell’affinamento, ovvero 3 anni in botti di quercia e 4 anni in bottiglia.
Ma non solo. Un’altra peculiarità è il grado alcolico, raggiungiamo i 17°.
Un vino di grande spessore,con una grandissima capacità di evoluzione.
Si presenta con un bouquet variegato, talmente complesso e potente al punto di lasciare il suo profumo all’interno del bicchiere anche qualche minuto dopo la degustazione. Perfetto in abbinamento a brasati, arrosto di manzo, formaggi stagionati e selvaggina.

Angela Velenosi: vini capaci di far sognare
Terminiamo il viaggio tornando nel centro Italia, nello specifico nelle Marche, dove troviamo la sorprendente cantina di Angela Velenosi.
L’azienda nasce nel 1984, ma in modo effettivo dal 2005 Angela ed Ercole dirigono l’orchestra aziendale.
Ci troviamo proprio al confine tra Abruzzo e Marche, essendo la cantina ad Ascoli Piceno.
Il clima è abbastanza variegato in questa fascia di terreno: la zona è abbracciata da un lato dal Mar Mediterraneo e dall’altro gli Appennini che proteggono le spalle.
Le piogge abbondanti autunnali, compensano i caldi venti dell’estate e gli inverni mediamente rigidi.
La grande produzione di questa cantina l’ha resa nota. Vantano una linea abbastanza vasta di etichette, che va dai bianchi fermi, spumanti e rossi che spaziano dai più giovani come la Lacrima di Morro d’Alba, ai più strutturati come il Ludi.
Il vitigno di questo vino principe è il Montepulciano(85%) con aggiunta di Cabernet Sauvignon e Merlot per il restante. È un vino con una profonda tradizione, dato che la sua prima uscita risale al 1998, quando prendeva il nome di Marche IGT rosso, per poi gradualmente passare alla denominazione DOC nel 2005 con conseguente cambio nella sua nomenclatura in “Offida DOC rosso” . Infine, nel 2011, ha finalmente ottenuto il riconoscimento a DOCG.
La vendemmia ha inizio a metà ottobre rigorosamente manuale, la mattina presto o nel tardo pomeriggio per limitare le ossidazioni, tantochè vengono deposte all’interno di celle refrigerate, prima di arrivare in cantina. Il vino fermenta in acciaio e affina per 18/24 (in base alle annate).
L’assemblaggio viene effettuato al termine di questo periodo. Prima di essere messo in vendita, il vino riposa 3 mesi in bottiglia.
Gli aromi principali spaziano dalla frutta rossa a note balsamiche, fino a della grafite. Il tannino è presente, ma gradevole e vellutato, di forte impatto gustativo, preservando però delicatezza ed eleganza.
