Cà dei Frati Lugana Brolettino
L’azienda Ca’ dei Frati è nota sin dal 1782 come attesta un documento che si riferisce “di una casa con cantina sita in Lugana nel tener di Sermione detta il luogo dei Fratti”. Era il 1939 quando Felice Dal Cero, figlio di Domenico già viticoltore in Montecchia di Crosara, nel veronese, si trasferiva proprio in quella casa, in Lugana di Sirmione intuendo fin da subito l’alta vocazione vitivinicola della zona. Dopo trent’anni di lavoro in vigna ed in cantina, nel 1969, il figlio Pietro partecipa alla nascita della Doc iniziando a imbottigliare la sua prima etichetta di Lugana Casa dei Frati.
E’ il vino di un grande vitigno autoctono: la Turbiana. Uva raccolta a maturazione completa verso la metà del mese di ottobre e terreno di gran talento donano un prodotto di struttura dotato di grande capacità di invecchiamento.
Vitigni utilizzati: Turbiana 100%
Provenienti dai vigneti: I Frati – Sirmione Ronchedone – Desenzano del Garda
Composizione del terreno: calcareo – argilloso
Sistema di allevamento: Guyot semplice e doppio
Sesto di impianto: 2,30 x 0,70
Resa per ettaro: 90 quintali
Tipo di vinificazione: inizio acciaio, completamento in barrique
Malolattica: svolta in barrique
Affinamento e evoluzione: in barrique per 10 mesi, seguito da 3 mesi in bottiglia
Grado alcolico: 13,5%
Acidità totale: 6,60 gIL
Acidità volatile: 0,30 gIL pH: 3,25
Estratto secco: 22,5 gIL
Azienda:
L’azienda Ca’ dei Frati è nota sin dal 1782 come attesta un documento che riferisce “di una casa con cantina sita in Lugana nel tener di Sermion detta il luogo dei Frati”. Nel 1939 Felice Dal Cero, figlio di Domenico, già viticoltore in Montecchia di Crosara, nel veronese, si trasferì in quella casa, in Lugana di Sirmione, intuendo fin da subito l’alta vocazione vitivinicola della zona. Dopo trent’anni di lavoro in vigna e in cantina, nel 1969, il figlio Pietro partecipa alla nascita della Doc iniziando a imbottigliare la sua prima etichetta di Lugana Casa dei Frati, successivamente detta Ca’ dei Frati. Nel 2012 Pietro Dal Cero viene a mancare lasciando l’eredità culturale alla moglie Santa Rosa e ai figli Igino, Gian Franco ed Anna Maria che gestiscono l’azienda con la stessa passione e determinazione.
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